Dalla vetrina (CAP III)

Si risveglia all’ospedale, Amina le sta accanto, uno dei bambini mangia un pezzo di pane sofian, l’altro dorme sulla sedia. Il marito di Amina in fondo alla stanza, guarda fuori dalla finestra .
“Va meglio?” e vede la faccia di Amila ancora preoccupata.
“Sì, meglio! Ho solo bisogno di dormire…”
“Allora, noi andiamo… Se hai bisogno…”
Lei ha solo bisogno di vendetta, non di una famiglia premurosa.
Esce dall’ospedale la mattina dopo e va ad affittarsi una vetrina… Nel quartiere a luci rossi… Ora può trattare i clienti come merce… Anche quelli fissi… Sacchi pieni di spazzatura che le fanno guadagnare soldi… E’ questa la sua vendetta… e le piace… Da vittima a carnefice… Soprattutto con quelli che vogliono essere umiliati… Lei sa benissimo come calpestarli…
Amina la vede solo il lunedì mattina, nel giorno di riposo… Le ha detto semplicemente “ho cambiato lavoro… Guadagno bene!”
In poco più di un mese si compra tutti i vestiti che vede e non importa se li desidera o meno. Li compra perché può farlo. Ed è questo che le dà potere… O almeno così crede! Va a cena fuori… Ristoranti di lusso, glieli fanno conoscere le altre ragazze… Continua a fare soldi su soldi… Non si fida di investirli in azioni e compra gioielli…Li può sempre rivendere.
Amina la vede raramente, ormai l’annoia quando le parla dei figli, s’irrita con i gossip degli attori… E’ lei a sentirsi una prima donna… I problemi finanziari dell’amica l’annoiano… Le ha prestato dei soldi… Non spera di rivederli anche se Amina le ha giurato che glieli renderà…
Un paio di volte si incontrano nei corridoi dell’edificio… L’ha vista invecchiata, spenta… Una volta aveva una guancia gonfia, colpa del mal di denti le aveva detto… Sono diventate delle estranee, le cui vite seguitano a incrociarsi…

Leave a comment